lunedì 23 giugno 2014

Quella sera in piazza parlando di rugby e di ciclismo



Ospite della puntata di “Linea di meta” rubrica curata da Andrea Nalio, di questa settimana è Enrica Quaglio che la scorsa settimana ha organizzato davanti alla libreria Mondadori di Rovigo, un incontro con l’autore, intitolato “Da Maci a Battaglini, storie rotonde e ovali”. Protagonista dell’incontro è stato Marco Pastonesi, giornalista della “Gazzetta dello sport” che si occupa proprio di rugby e di ciclismo. Ed infatti la serata organizzata da Enrica è stata proprio l’occasione per unire due mondi apparentemente lontani come quello del ciclismo e quello del rugby e due libri scritti da Pastonesi, il primo “La leggenda di Maci. Vita, morte e miracoli di Maci Battaglini, il maciste del rugby” di cui è uscita di recente una nuova edizione ed il secondo “Pantani era un Dio” uscito di recente ma già alla terza ristampa. «Sono stata molto contenta della serata di venerdì che poi è nata un po’ per caso parlando con Giancarlo Corica titolare della libreria Mondadori in piazza Vittorio Emanuele ed è nata l’idea di organizzare qualcosa in occasione del primo compleanno del suo negozio. Così visto la recente uscita del libro di Pastonesi su Pantani ho pensato di chiamarlo e lui ha dato la disponibilità. E’ stata una serata che ha unito il rugby ed il ciclismo ma anche lo sport alla cultura. E’ stata una serata amichevole, simpatica anche perché se è piacevole leggere quello che scrive Pastonesi è anche molto bello ascoltarlo, perché racconta tanti simpatici aneddoti legati al ciclismo ed al rugby». Nella seconda parte della rubrica si è tornati invece a parlare di rugby ed in particolare dello scudetto perso dalla Vea Femi Cz Rovigo: «Rovigo in finale ha meritato di vincere, è stata una squadra eccezionale, si è visto finalmente quel Rovigo che io aspettavo tutto l’anno, si è vista Rovigo con il cuore, con il cuore rossoblu, basta pensare che in 12 contro 15 non abbiamo concesso nulla, però devo essere sincera, anche con il 39 a 0 con il Tetrarca, la squadra non mi ha entusiasmato perché non Rovigo per tutto il campionato non ha mai mostrato l’anima, ho visto anche del buon gioco ma non mi ha mai emozionata. L’anima di questa squadra è uscita invece in finale. Rovigo ha iniziato a piacermi nella seconda semifinale di Mogliano. Purtroppo in questa stagione abbiamo anche sprecato la grande occasione del Trofeo di Eccellenza contro le Fiamme Oro. Lì dovevamo essere più spietati. Se siamo arrivato in finale è stato grazie ai “ragazzetti” di Rovigo, De Marchi, Edo Lubian, e Nicola Quaglio. Perché loro incarnano il vero spirito del Rugby Rovigo, e questo è qualcosa che si apprende da piccoli, che hanno dentro perché glielo mette la mamma quando gli dà il latte da piccoli».



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