venerdì 10 gennaio 2014

In Messico per aiutare chi vive nelle discariche



Andrea Nalio e Milena Furuni sono gli ospiti della prima puntata dell'anno di Radio Volontariato. Intervistati da Francesco Casoni, hanno trascorso un periodo di due mesi, da luglio a settembre ad Oaxaca che si trova nel sud del Messico, ed hanno lavorato presso l'associazione Sikanda: «una associazione non governativa, che lavora con persone che vivevano nella discarica della città - ha spiegato Andrea - sono chiamati Riciclatori informali ovvero Pepenadores, in spagnolo, che raccoglievano a mani nude i rifiuti nella discarica dividendoli a seconda del materiale e poi vendendoli ad intermediari. Loro hanno sviluppato questa attività, in un contesto di estrema povertà e noi siamo andati là per aiutarli in questo lavoro».
Milena ha spiegato cos'è l'associazione Sikanda: «E' una associazione con cui noi eravamo già in contatto, infatti dall'Italia avevamo già messo in atto alcune forme di collaborazione con loro. E' una piccola Ong, nata nel 2009 ed è stata fondata da un ragazzo messicano che si chiama Josè Carlos e da una ragazza italiana Aurelia Annino che è di Spoleto. Io in particoalare avevo la fortuna di conoscerla, ci siamo conosciute durante uno stage all'Università e poi successivamente lei è partita. Insieme hanno fondato questa associazione. Lui è messicano e conosceva molto bene i Pepenadores. A luglio mi è venuta l'idea di partire anche perchè era un momento della mia vita in cui avevo bisogno di trovare un po' di motivazioni e soprattutto di recuperare energie. Avevo voglia di fare qualcosa di diverso dal solito e quindi ho pensato che visto che loro organizzano del volontariato internazionale con ragazzi che  provengono da tutto il mondo, che possono stare in genere due mesi ma anche per periodi variabili. L'ho proposta ad Andrea e lui ha accettato». 
«Milena li aveva già appoggiati organizzando delle serate a tema - ha aggiunto Andrea - per fare conoscere la loro attività, loro avevano bisogno di due figure che facessero un lavoro di ricerca, di raccolta dati e noi anche grazie alla nostra seppur modesta esperienza nell'ambito del giornalismo, abbiamo fatto un progetto finalizzato alla realizzazione di una pubblicazione che adesso stiamo continuando da qui. Abbiamo raccolto dei dati ed abbiamo conosciuto ed intervistato le persone che operavano nella discarica». 
«Siamo arrivati là in un momento in cui si concludeva un progetto che avevamo sostenuto qui da noi ed era il progetto delle "ecocase della speranza", in pratica dal 2010 era partita una raccolta fondi per costruire delle case che erano destinate a dodici famiglie di Pepenadores che abitavano nelle discariche ma che a differenza di altri non avevano un vero riparo ma abitavano in baracche di lamiera. La prima casa realizzata era stata donata già nel 2010 al più anziano dei Pepenadores che all'età di 88 anni non aveva mai avuto una sua casa. La donazione di questa casa gli ha cambiato la vita perché da quel momento si è sentito una persona a tutti gli effetti e ce lo ha raccontato di persona. E quando siamo arrivati noi sono state consegnate anche le altre case». 






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